martedì 13 agosto 2013

Cisternino e la Politica del TUTTO OGGI!

12 agosto Cisternino - TIPICA Giornata Estiva

Mattina, pomeriggio e sera: 
malcontento di tutti i commercianti di via Manzoni (chiusa al traffico), via Roma e via Papini (al contrario, ingorgatissime) che vedono diminuire la clientela per via della viabilitá in entrambi i casi compromessa.

Rifiuti:
chiamare Isola Ecologica quella del palazzetto dello sport, la quale puzza sopraggiunge alle narici anche se si parcheggia lontani dai cassonetti, è davvero da coraggiosi.
Per non descrivere le condizioni di quasi tutti i cassonetti per l'indifferenziato sparsi in periferia.

Sera: raffica di MULTE per tutti i turisti e limitrofi, oltre ai cistranesi esasperati che, dopo 30 minuti di "gira-gira", parcheggiano il mezzo 30cm fuori da una striscia bianca o blu, o invadono 10cm di fascia gialla o di striscia pedonale.

Traete voi le vostre conclusioni, le mie sono che secondo me si è attuata ormai da tempo una sbagliatissima politica del "tutto oggi e al domani.. poi vediamo".

Avevamo un bel livello di avventori, ricordo ero 16enne e lavoravo ad un fornello.. si ricevevano comitive di giovani e meno giovani garbati, ricchi, coppiette di tutte le età che trovavano romantica la cenetta al paesello. Poi col tempo, avevo 20 anni e mi ri-capitó di lavorare ad un fornello, iniziavano le code, chi sceglieva la carne alle 11 per sedersi alle 12 e mangiare il primo pezzo alle 12.45. certo un bel segnale, affluenza a manetta, peccato che il livello cala inesorabile, cala la spesa media pro-capite, spuntano avventori incivili, presuntuosi..
E' semplicemente il risultato di quella politica a cui facevo riferimento prima: TUTTO OGGI e domani poi vediamo!!
Il Comune sicuramente avrà tirato su 30.000€ di sanzioni quest'estate (sarei curioso di sapere il dato reale), peccato però che l'estate prossima i "malcapitati", che ormai su Cisternino ci hanno messo una X, sceglieranno altre mete, sicuramente più economiche, meno stressanti, più accoglienti..
E i commercianti e ristoratori (sommersi dalle tasse, che investono continuamente, che pagano il suolo pubblico, che danno lavoro, che anche loro talvolta pagano sanzioni) sono sempre quelli che pagano dazio.

QUANDO DIRETE BASTA? Quando vi stancherete di dipendere da questo circolo vizioso che vi costringe ad accettare questa tristissima decadenza?

p.s.: a tutte le problematiche sopra esposte, noi, delle soluzioni e delle proposte ce le avremmo. E' inutile pure scriverle, sarebbe come farlo sulla sabbia, come sarebbe inutile sottoporle a chi decide, sarebbe come parlare con i muri, per ora.

Cisternino in MoVimento

mercoledì 7 agosto 2013

Commissione Agricoltura: proposta di legge FILIERA CORTA.. le nostre 2 Proposte!!!


FAVORIRE e DISCIPLINARE  la vendita di LATTE CRUDO:

Ad oggi, la vendita di latte crudo, viene  autorizzata unicamente se il latte stesso è venduto per mezzo di erogatori/distributori Costosissimi (da 3.000€ in su) dai PICCOLI PRODUTTORI sia in sede di produzione che presso punti vendita. Oppure "In caso di cessione diretta di latte crudo dal produttore al consumatore finale, il produttore è
tenuto ad informare il consumatore con idonei mezzi sulla necessità di consumare il prodotto previa bollitura." Ma come si può notare in questo caso non è prevista vendita presso commercianti locali o presso spacci aziendali, senza erogatore. 

Considerando che per approvvigionare il latte negli erogatori si deve movimentarlo usando un altro contenitore o mezzo (dalla cisterna di accumulo del latte munto, all'erogatore), considerando che il cliente o il venditore stesso, al momento dell'erogazione, dovranno riempire le bottiglie o altri recipienti manualmente,

è evidente come, in effetti, l'OBBLIGO di utilizzo dell'erogatore/distributore pare inutile ai fini della salvaguardia igienica del latte crudo, in quanto, se rispettate sempre le corrette modalità di manipolazione, mantenimento e confezionamento (temperature, sanificazioni, controlli microbiologici su materia prima e superfici a contatto, etichettatura, ecc), risulta un OBBLIGO forzato e, paradossalmente, visto l'aumentare delle manipolazioni e quindi aumento di esposizione a criticità igieniche, si potrebbe addirittura pensare ad un maggiore rischio di riscontrare problematiche sul prodotto finale (che per obbligo di legge, è da indicare in etichetta come: latte da consumare previa bollitura, sempre e comunque).

per tanto, si PROPONE di disciplinare (così come già severamente è disciplinato il controllo del latte negli erogatori) la vendita di Latte Crudo SENZA l’uso degli Erogatori, 
in modo da poter agevolare e incentivare gli allevatori e produttori di latte, in maniera sicura e controllata, alla commercializzazione del loro prodotto genuino.

L'ideale sarebbe introdurre tra i prodotti della filiera corta, il latte crudo prodotto da allevatori locali, il quale potrebbe essere CONFEZIONATO in sede di mungitura, attrezzando locali idonei e attrezzature utili ad una corretta modalità di confezionamento (superfici lavabili, bottiglie sterili, etichette conformi, ecc.), trasportato idoneamente presso i commercianti richiedenti (entro i 50km e/o comunque nell’ambito dell’A.S.L. di appartenenza dell’allevamento, a temperature rigorosamente di refrigerazione) e mantenuto massimo 48 ore presso i punti vendita.

(anche B.Grillo in passato ha trattato quest’argomento, sottolineando il fatto che ad oggi si vuol scoraggiare il commercio di questo tipo di alimento, a favore delle grandi catene di distribuzione di latte, certamente non nutriente e genuino quanto quello munto vicino casa nostra e non trattato termicamente)


utili approfondimenti, riferimenti:

Repertorio Atti n. 5/CSR del 25/01/2007

vendita latte crudo modalità e controlli




FAVORIRE LA VENDITA DI UOVA IN FILIERA CORTA 
Incentivare il consumatore a prediligere l’acquisto di uova freschissime in filiera corta, facilitando la reperibilità presso dettaglianti locali.

Ad oggi, dopo l’entrata in vigore del D.M. 11 Dicembre 2009 (cit.: “Art. 2. Deroghe
1. Sono esonerate dagli obblighi sulle norme di commercializzazione,
ai sensi dell’allegato XIV, sez. A. I. 2,
del regolamento (CE) n. 1234/2007, le uova vendute direttamente
dal produttore al consumatore finale:
a) nel luogo di produzione o
b) nell’ambito della «regione di produzione», in un
«mercato pubblico locale» o nella «vendita porta a porta»,
in tali casi, le uova non sono classificate in base alla qualità
e al peso. Le uova di cui al presente comma, vendute
in un mercato pubblico locale, devono comunque
essere marchiate con il codice del produttore, ai sensi
dell’allegato XIV, sez. A. III. 3, del regolamento (CE)
n. 1234/2007, ad eccezione di quelle provenienti da produttori
aventi fi no a 50 galline ovaiole ed a condizione
che il nome e l’indirizzo del produttore siano indicati nel
punto di vendita o comunicati all’acquirente nel caso di
vendita porta a porta.” ) , 
la vendita di uova extra fresche (così vengno classificate le corrispondenti uova prodotte e commercializzate dai più grandi centri di imballaggio, e cioè quelle con 9 gg di durata di conservazione, dalla data di deposizione)da parte di piccoli allevatori locali, presso punti vendita di alimenti / dettaglianti locali, è vietata.

Questi allevatori di galline ovaiole (nutrite ed allevate in maniera molto più naturale e sana rispetto a come vengono allevate le galline “industriali”, e non meno controllate di quest’ultime) possono, ad oggi, vendere le proprie uova unicamente in sede dell’azienda stessa o in modo itinerante (porta a porta).

Queste due metodologie di vendita, risultano scomode e scoraggianti, la prima per il consumatore (che preferisce fare la spesa nel suo quartiere, a piedi magari, piuttosto che recarsi in auto alla fattoria a qualche km da casa, ogni settimana, per comprare uova) e la seconda, risulta scomoda per l’allevatore (che spenderebbe parecchi soldi per il carburante che alimenta l’automezzo usato per la vendita itinerante).

Un altro limite che frena considerevolmente questo mercato, è il fatto che l’allevatore che non dispone di centro di imballaggio autorizzato, può vendere nei modi sopra descritti solo se possiede una quantità di galline inferiore a 50 unità (meno di 40 uova al giorno deposte), numero che in passato era 250 unità (circa 150-200 uova al giorno deposte). Tale limitazione, come potete facilmente evincere, stringe davvero le possibilità, per l’allevatore, di attuare una vendita ben organizzata e pubblicizzata, in quanto con un numero di uova così misero, come si suol dire: l’impresa non vale la spesa. Ennesima costrizione che come risultato eclatante Limita la fruizione per noi tutti consumatori, di un alimento sano e nutriente, oltre a favorire, come spesso accade, il propendere verso la commercializzazione industriale (più economica, più disponibile e, ahimè, meno salutare). 


Si PROPONE dunque di modificare  il suddetto art.2 del D.M. 11 dicembre 2009, Consentendo e Disciplinando, secondo le direttive europee in materia di igiene alimentare (che non limitano la cosa, anzi!), la vendita di tali uova presso rivenditori locali, destinando magari una zona dei locali o delle scaffalature a questi prodotti di FILIERA CORTA, talvolta più cari, ma senza dubbio di gran lunga più Salutari, Nutrienti e non per ultimo ad impatto ambientale 0!!


Gli indubbi benefici per le parti (produttore e consumatore) sono diversi, dagli introiti per il venditore ed il produttore, all’acquisto da parte del consumatore di un prodotto di altissima e garantita qualità (gli allevamenti sono rigorosamente autorizzati e monitorati dagli organi di vigilanza preposti, le poche fasi di manipolazione e mantenimento saranno minuziosamente registrate e disciplinate con semplici ed efficaci prassi già collaudate).